Assistenti Vocali: uno sguardo al domani

This article will bring you in the world of Voice Assistants, with a look on the latest news and products and what will be their future.

Gli assistenti vocali sono parte della vita di tutti noi. I tempi in cui la voce di un computer che risponde alle nostre domande era qualcosa di spaventoso sono passati da tempo. E sebbene Alexa e Google Home non sono ancora intelligenti come Hal 9000, Jarvis o Cortana (quella di Masterchief, non quella di Windows), dipendiamo sempre di più dagli assistenti vocali. E lo faremo sempre di più.

Gli assistenti vocali si moltiplicheranno, in tutti i campi

Stando a quanto sostiene la ricerca fatta dagli analisti di Juniper Research, gli assistenti vocali usati nel mondo cresceranno dai 2,5 miliardi attuali fino a 8 miliardi nel 2023. Che significa che, visto ogni persona in Occidente avrà un device capace di rispondere a voce alle sua domande, come minimo.

A guidare la crescita degli assistenti vocali saranno le smart TV, che cresceranno di oltre il 120% nei prossimi cinque anni. La tendenza è evidente a chiunque abbia, come me, da poco comprato un televisore: qualsiasi TV sopra i 40 pollici è smart, e tutte le televisioni smart costruite negli ultimi anni hanno i comandi vocali. Ed è logico, visto che ora utilizzare un telecomando con dieci tasti è limitante, con tutte le offerte on demand di Netflix, Sky, Prime, e tutto il resto della ciurma.

Un altro ambito in cui lo sviluppo di assistenti vocali sta volando è quello dello “smart driving”, con quasi tutte le grandi case automobilistiche che stipulano contratti per avere Android Auto e Apple CarPlay. Anche perché più della metà di chi utilizza assistenti vocali sostiene di trovarli utili soprattutto durante la guida.

Anche gli speaker come Google Home e Amazon Alexa cresceranno, anche se “solo” del 40%. Speaker che saranno sempre più integrati alla domotica, un mercato che varrà 130 miliardi nel 2023 secondo Strategy Analitics, anche grazie all’implementazione del 5G.

Crescita simile in percentuale, intorno al 40%, è quella dei prodotti wearable. Non solo con gli smartphone come Apple Watch 4, ma anche con le Airpods 2, che ora hanno l’attivazione vocale.

Un mercato in crescita, letteralmente

Se consideriamo che, grazie agli algoritmi di apprendimento automatico, gli assistenti vocali capiranno sempre meglio quello che diciamo e riusciranno sempre di più a rispondere con precisione, è facile credere che queste previsioni non siano esagerate. Il vero muro che gli assistenti vocali dovevano superare era quello della prima adozione: ora la crescita è molto meno complicata.

Inoltre, non sarà solo il mercato dei dispositivi con assistente vocale ad aumentare. Secondo gli analisti di Juniper, gli acquisti online fatti attraverso assistente vocale varranno 80 miliardi nel 2023. Si potrebbe obbiettare a questo numero, dicendo che la gente acquisterà quello di cui ha bisogno, che sia attraverso un browser o con i comandi vocali. Ma la verità che Amazon ci ha messo davanti in questi anni è che, se si rendono gli acquisti più facili, le persone comprano di più.

Più assistenti vocali significa meno app

A bilanciare questa equazione di crescita esagerata, ci sarà il mercato delle app, che invece perderà quote di mercato. Infatti, più saranno i servizi gestiti dagli assistenti vocali, minore sarà la necessità di avere applicazioni che facciano specifiche azioni.

Il che non sarebbe un problema, se non fosse che, mentre ci sono moltissime piccole start up che producono applicazioni, gli assistenti vocali sono un mercato dominato quasi unicamente dalle grandi compagnie della Silicon Valley (Amazon, Google, Apple). Il rischio è che il mondo della tecnologia diventi ancora di più un universo con poche grandi stelle. E dei buchi neri in cui finiranno le piccole aziende e le start up.