Podcasts, perché le aziende devono sfruttarli per fare branding

Podcasts are a growing market and a great marketing opportunity for companies. Let’s plunge into the world of podcasts and let’s discover why companies must use them to strengthen their brand.

I podcasts sono un formato vincente e un mercato in crescita: perché le aziende devono usarli per rafforzare il proprio brand.

Siamo il quinto paese al mondo per fruizione di podcast. Pur essendo un fenomeno ancora di nicchia, il segmento audio si sta allargando notevolmente.

Dal 2015 al 2018 il numero di ascoltatori abituali è triplicato (+217%) ed è destinato a crescere sempre di più: l’ultima indagine di Nielsen afferma che adesso sono 12,1 milioni gli ascoltatori di podcasts, con un +16% rispetto all’anno precedente. A contribuire sono stati:

  • lo smartphone, che ha slegato l’ascolto da postazioni fisse
  • gli UGC (User-Generated Content), ovvero i podcasts creati e pubblicati dagli utenti, che hanno fatto crescere in maniera esponenziale le piattaforme dedicate (Spotify in primis)

Google, nel frattempo, non è rimasto a guardare: come ha svelato al suo keynote annuale, consentirà di ascoltare i podcast direttamente dalla pagina dei risultati del proprio motore di ricerca. Gli assistenti vocali, Siri per iOS e Google Assistant per Android, sono già operativi per “attivarli” con comando vocale dalle app dedicate (Apple e Google Podcasts).  

Ma perché le aziende devono puntare su questo formato?

  • La serialità fa bene alle vendite

Solitamente i podcasts sono strutturati in episodi raccolti in serie. Basta iscriversi al programma per scaricare automaticamente i nuovi episodi. Gli utenti hanno mostrato di apprezzare in particolar modo i contenuti originali, appositamente pensati per questo formato.

Ne è un esempio il podcast in 7 episodi “Veleno” di Pablo Trincia: questa inchiesta, che ricostruisce il caso dei “Diavoli della bassa modenese”, è stato uno dei podcasts più scaricati in assoluto in Italia.

Ma perché è il caso di puntare sulla serialità, con la costruzione di narrazioni avvincenti e sfruttando anche le peculiarità del formato (un tono più diretto e meno formale, effetti sonori, la voce che coinvolge più del visuale)?

La risposta è semplice. Secondo il giornale online Business Insider America, la maggior parte degli ascoltatori di podcasts completa tutti gli episodi che inizia e soprattutto non salta gli annunci pubblicitari.

Spotify ha cavalcato l’onda e ha reso i suoi podcasts “addressable” per gli inserzionisti digitali: al momento solo negli USA, ma si prevede a breve un allargamento in altri mercati.

  • Permette di “colpire” il target difficile dei Millennials

I Millennials, ovvero coloro che sono nati tra il 1980 e il 1995, rappresentano il 17% della popolazione italiana. Si tratta di un target “difficile” perché, iper-bombardati come sono di messaggi, diventa sempre più difficile catturare la loro attenzione.

Secondo alcune stime, dedicano ad ogni singolo messaggio solo 12 secondi e il loro motto è “Non prodotti ma emozioni, non per tutti ma per me” (vedi Next Gen Summit 2019). La loro “leva” non è il bisogno, ma l’emozione, stimolata anche dall’esclusività del servizio.

I podcasts permettono di soddisfare pienamente queste esigenze: i dati divulgati all’evento “United States of Podcasts” ci rivelano che la maggior parte degli ascoltatori di podcasts appartiene alla fascia d’età 18-40 anni. Gli uomini privilegiano approfondimenti di notizie sportive e contenuti di business, mentre le donne sono interessate allo storytelling emozionale, dal punto di vista intimo ed emozionale del racconto.

Le aziende possono sfruttare questo trend per “confezionare” podcasts ad hoc, più in chiave business per gli uomini e più in chiave empowerment per le donne. Per esempio, Microsoft ha lanciato il podcast “In Culture” che è una piattaforma dedicata ad artisti, stilisti, musicisti etc. per raccontare le loro storie e come stanno sfruttando la tecnologia per dare forma alla cultura.

I podcasts: come usarli

Se un’azienda ha un sito web, potrebbe essere una buona idea allegare un podcast di approfondimento che gli utenti possono scaricare gratuitamente dopo aver compilato un form con i dati (in piena ottica inbound) e condividerlo anche sulle piattaforme specializzate (Spotify, Spreaker, Google Podcasts, Sticker etc). In questo modo è facile attrarre nuovi clienti e ingaggiare quelli che già conoscono il brand fidelizzandoli.

Ma, per ragioni di economia, si può usare lo stesso argomento diversificato in diversi tipi di contenuto in modo che ogni utente possa fruirne secondo le proprie preferenze: un’azienda che ha realizzato un contenuto video d’impatto può trasformarlo in podcast con la tecnologia giusta.

Esistono, infatti, delle piattaforme di gestione dei contenuti che garantiscono un’elevata qualità anche alle tracce audio dei video: in questo modo è possibile estrapolarle per trasformarle in podcasts, con un doppio ritorno in termini di ROI dallo stesso contenuto.