Moda post-Covid, come cambiano sfilate e showroom

A post-COVID business world: how the digital industry will transform our lives.

Sfilate in live-streaming e showroom virtuali: ecco come il digitale caratterizzerà la moda post-Covid e creerà nuove opportunità di business.

Nel fashion system sta crescendo sempre di più l’interesse per la virtualizzazione. I brand del settore, infatti, essendo impossibilitati a organizzare eventi con la presenza di pubblico per rispettare le nuove esigenze di distanziamento sociale, stanno pensando a modalità di fruizione via web di cataloghi e collezioni.

La moda non si ferma e guarda al digitale come lo strumento per creare nuove opportunità di business e mettere in contatto gli espositori e gli addetti del settore. Le fashion week e i suoi format vengono ripensati, trasferendosi online. A luglio, ad esempio, abbiamo la Milano Digital Fashion Week, con i grandi brand del Made in Italy che possono presentare all’interno di un calendario digitale le proprie collezioni ed esporle in showroom virtuali.

Ma cos’è lo showroom? Si tratta di quello spazio espositivo in cui lo stylist esibisce e mette a disposizione la propria collezione. È un momento cruciale per il brand, perché è la fase in cui retailers/distributori selezionano e acquistano i capi per poi rivenderli a propria volta. Solitamente questa operazione avviene in fisico, con il brand attento a creare un’esperienza immersiva e coinvolgente, differenziandosi dai concorrenti e a supportare i buyer nel loro processo di selezione dei capi, i cui ordini vengono poi inviati al sistema di acquisto.

Il clou dello showroom è rappresentato dalla sfilata, in cui la collezione, frutto della creatività dello stilista, viene presentata in anteprima assoluta con uno show in passerella e diventa il modo più immediato per elettrizzare il pubblico.

Virtual showroom e sfilate in streaming

Negli ultimi mesi alcuni brand, tra cui Salvatore Ferragamo, hanno cominciato a presentare i nuovi prodotti delle loro maison senza la necessità di presenziare fisicamente. Da un lato con sfilate trasmesse in live-streaming che porteranno ad allargare il pubblico che vi partecipa (prima si trattava di eventi esclusivi e riservati) e a coinvolgere anche i buyers internazionali impossibilitati a muoversi. Dall’altro virtualizzando i cataloghi e permettendo tramite piattaforme digitali l’incontro tra venditori e retailers.

Si aprono nuove sfide, la prima legata alla difficoltà di creare esperienze immersive come dal vivo. Pensiamo alla necessità di riuscire a trasmettere la grandiosità propria della sfilata e quindi all’esigenza di offrire streaming di qualità, senza interruzioni e capace di raggiungere anche quei Paesi in cui la reattività della rete è minore. Come la Cina, dove risiede il maggior numero di acquirenti di beni di lusso per nazionalità.

Allo stesso tempo, visto che i buyer non possono “studiare” i capi da vicino, bisogna creare spazi digitali dove possano agevolmente visionare i look e le correlate schede tecniche, approfondire il prodotto tramite immagini e video interattivi ed esperienze 3D. E che sia possibile velocizzare, attraverso di essi, il passaggio fino agli scaffali dei negozi, con una gestione degli ordini snella.

Per questo motivo è necessario appoggiarsi a partner tecnologici che siano in grado di spostare sul digitale i flussi che prima avvenivano sul fisico.

Digitalizzarsi: quali sono gli step

Il primo passo è sicuramente virtualizzare i propri cataloghi, con il ricorso a piattaforme centralizzate per la gestione degli asset (foto, video, 360° product view, descrizioni di marketing ecc.) e delle informazioni di prodotto (schede tecniche, modelli 3D). Devono essere facilmente integrabili con gli altri strumenti aziendali, come gli ERP (da cui possono essere importate agevolmente le anagrafiche di prodotto) e anche con i sistemi di acquisto, per facilitare la gestione degli ordini.

All’interno di queste piattaforme sarà poi possibile creare aree dedicate ai buyers, accessibili dietro log-in, in cui gli utenti possono entrare in un ambiente brandizzato dove i prodotti e i relativi look sono consultabili in dettaglio. L’esperienza sarà resa più immersiva dalla presenza di diversi contenuti multimediali e in 3D. Il fatto che asset e prodotti siano stati classificati semanticamente dall’AI supporta migliori funzionalità di ricerca e il buyer può ricercare quello che gli serve a partire da determinate caratteristiche di prodotto. Il tutto si accompagna alla possibilità di creare wish-list in cui inserire e da cui poi confermare gli ordini (colori, taglie, modelli ecc) da inviare ai gestionali.

THRON è tra questi strumenti e il vantaggio di una gestione centralizzata coincide anche con la possibilità di aggiornare velocemente contenuti e dati di prodotto ovunque siano pubblicati. Con un click un valore errato può essere sostituito o rimosso su tutti i canali (e-commerce, marketplace, virtual showroom), visto che sono sincronizzati.

Allo stesso tempo, il fatto che tale piattaforma si appoggi su un’infrastruttura cloud e sia accelerata da una CDN (Content Delivery Network) comporta vantaggi in termini di:

  • fluidità: le risorse dell’infrastruttura sono scalabili ed evitano picchi di traffico dovuti al sovraccarico dei server
  • adattabilità: la qualità della riproduzione si adatta al tipo di connessione e al device utilizzato, per cui anche la navigazione da mobile è ottimizzata
  • distribuzione worldwide: i nodi della rete sono distribuiti globalmente, per cui le prestazioni sono assicurate in qualsiasi area geografica

In questo modo il fashion brand che ospita lo streaming sul suo sito, sfruttando tale infrastruttura, assicura la migliore esperienza ai suoi utenti. Grazie al digitale, l’esperienza dello showroom, dalla sfilata al buying, non viene meno.